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[DISCUSSIONE] RADIO LOMBARDIA

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BolognaTv
view post Posted on 15/12/2006, 18:19




Lattemiele Lombardia

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Gabriele
 
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BolognaTv
view post Posted on 23/12/2006, 18:48




Emilio Bianchi ora lavora a Radio Number 1 di Bergamo..
Prima conduceva trasmissioni su Radio Reporter..

Gabriele
 
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icon3  view post Posted on 5/1/2013, 13:06
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CORREVA L'ANNO 1978
RADIO WONDERFUL MUSIC
DI LEGNANO ... E LA FORMULA 1


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Lo scorso anno (ndr: ci si riferisce al 1977) Radio Wonderful Music di Legnano, un'emittente che come ho avuto modo di affermare altre volte è tra le meglio piazzate, organizzò nell'ambito dei suoi servizi sportivi un programma molto ambizioso per una radio privata: collegarsi « in diretta » telefonica con tutti gli autodromi del mondo per ogni gran premio di formula I, rintracciando sul posto un corrispondente italiano per sapere le « ultimissime » sulle prove e durante la gara.
Un impegno così ambizioso ha necessariamente bisogno di fondi: trovato lo sponsor, qualsiasi ostacolo organizzativo sarebbe stato superato. E così è stato, visto il successo con il quale queste radiocronache sono state seguite nella zona. Ma la voglia di migliorare di questi giovani « managers dell'etere » è senza limiti: perché offrire un servizio che non ha confronti tra le altre radio libere ad un numero necessariamente limitato di utenti? Perché non trasmettere gli stessi servizi ad un « pool » selezionatissimo di emittenti in tutta Italia? Certamente le difficoltà organizzative e soprattutto i costi sarebbero aumentati. Quest'ultimo problema è stato brillantemente risolto grazie alla sensibilità di uno sponsor direttamente interessato all'iniziativa, la Edizioni Equipe, che pubblica a fascicoli settimanali la « Storia della Formula 1 ».

Per quanto riguarda invece l'organizzazione, si trattava di selezionare dieci emittenti che fornissero le necessarie garanzie di serietà e di professionismo tali da rendere possibile la diffusione su scala nazionale dei collegamenti. « Siamo riusciti a trovarle », spiegano, « grazie soprattutto alla collaborazione dei responsabili delle maggiori case discogra-fiche, gli unici in possesso di dati seri, ottenuti il più delle volte per conoscenza diretta della realtà delle varie radio libere operanti nelle varie regioni. Ci chiederai perché solo dieci; la risposta è semplicissima. Le difficoltà per ritrasmettere i servizi, quasi sempre anteprime o comunque commenti di particolare interesse, in tempo utile affinché le informazioni non perdano la loro freschezza, aumenta con il numero delle radio collegate.
« Perché lo abbiamo fatto? Semplicemente per offrire un servizio in più ai nostri ascoltatori, che avevano dimostrato l'anno passato di seguire questa iniziativa con particolare interesse. E poi, diciamolo sinceramente, per il prestigio di realizzare per la prima volta un servizio sportivo di questo'genere, che contribuirà certamente a far conoscere Radio Wonderful Music anche fuori della nostra abituale area di ascolto. Naturalmente è ancora presto per dei facili quanto rischiosi trionfalismi, ma speriamo che tutto vada per il meglio, e soprattutto confidiamo nella comprensione dei nostri collaboratori sparsi nella penisola nel caso qualche telefonata si faccia attendere più del solito: purtroppo non siamo ancora la RAI. Penso che ora tu voglia sapere i nomi di queste "top ten" radio italiane. Eccole:
Radio Alba,
Radio Babboleo di Genova,
Free Radio di Milano,
Radio Base 101 di Padova,
Radio Fiesole di Firenze,
Punto Radio di Roma,
Radio Pescara
e Radio Palermo Centrale ».
 
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view post Posted on 30/7/2013, 11:34
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CORREVA L'ANNO 1979:
INTERVISTA A PIER CARLO BARGONI DI RADIO REGIONE


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Quella di Charlie, ovvero Pier Carlo Bàrgoni di Bargone, è una delle più apprezzate e seguite voci notturne milanesi. Il suo nome è stato citato anche in occasione del « Premio Venezia », manifestazione tenutasi a fine Ottobre, in occasione della premiazione di una trasmissione prodotta da Radio Regione, alla quale hanno partecipato, oltre a Charlie, Mario Luzzatto Fegiz e Maurizio Micheli.


Che definizione daresti alla trasmissione « Goduria in due sull'aereo »?

È una trasmissione di tutto relax, di varietà. Non la ritengo eccezionale. Divertente, questo sì. È stata una cosa fatta così, per divertimento, molto goliardica.


Da chi è nata l'idea?

Da Fegiz, che ha iniziato imitando la voce del oilota che annunciava un volo, lo e Micheli lo abbiamo seguito, grazie alla forma di affiatamento che esiste fra di noi e dando fondo a tutto quello che abbiamo acquisito in trent'anni di cinematografia americana, della quale sono presenti tutte le situazioni classiche e stereotipate.


Ascoltandoti ci si chiede se ti interessa creare una forma di comunicazione fra te e gli ascoltatori, oppure semplicemente proponi te stesso, senza preoccuparti di accaparrarti simpatie.

A me non piace mendicare la telefonata come fa moltissima gente alla radio, o mettere gli ascoltatori in condizione di sentirsi obbligati a partecipare. Mi fa molto piacere se la gente interviene, perché così si istaura un sia pur modesto rapporto di comunicazione, lo vado in radio, faccio il mio lavoro e chi mi ascolta può scegiere tra l'intervento e l'ascolto. . Questo non deve essere considerato come una forma di presunzione da parte mia o un mancato bisogno di rapporti con la gente, lo sono ben contento di parlare con tutti di tutto. Però spio se gli altri lo desiderano.


Come e perché hai iniziato a fare radio?

Quattro anni fa, dopo varie attività sempre attinenti al mondo dello spettacolo che io amo e odio contemporaneamente, ho inviato dei testi alla radio svizzera. Si trattava di un'offerta di collaborazione scritta e, invece, sono stato convocato per un provino. Ho così iniziato, senza averne l'intenzione, a fare il presentatore, cosa che non avevo mai fatto in vita mia. Due anni fa, quando ho lasciato la Svizzera, un amico mi fece conoscere Fegiz che stava mettendo in piedi una radio e mi ha chiesto di collaborare. Fu così che iniziammo quella bella, sciagurata e indimenticabile avventura che si chiamò Radio Milano Centrale e, successivamente Radio Regione.


La musica che tu proponi è indubbiamente di buon gusto, ma mai attuale. Perché?

Due anni fa le poche emittenti che esistevano trasmettevano un certo tipo di musica. Nessuno, allora come oggi, proponeva quel genere che potrebbe essere definito « classico-leggero ». Io lo gradisco, lo preferisco agli altri e ritengo che possa essere apprezzato da un pubblico estremamente vasto ed eterogeneo. È una musica che evoca, sollecita, stimola, titilla i sentimenti che sono presenti in tutti gli esseri umani. Per quanto riguarda il resto della musica sono un incompetente. Ti confesso che l'avverto molto poco. Per esempio, la disco-music non mi dice niente, lo credo nel classico che dura nel tempo.


In che misura hai guadagnato con il tuo lavoro?

Non ci sono stati guadagni di natura economica, se non schiocchezze con le quali è assolutamente impossibile sopravvivere. Ci sono stati dei guadagni sul piano umano, come la possibilità di incontrare dei personaggi che altrimenti non si sarebbero mai potuti incontrare in una città tremenda come Milano. C'è stata la possibilità di comunicare con la gente. Ho visto e vissuto anche situazioni spaventose. Mi riferisco alle condizioni in cui coloro che dirigono le radio private mettono i loro collaboratori. E con questo mi riferisco anche a Radio Popolare. lo potrei capire, al limite, che uno non venisse pagato perché non ci sono mezzi, che lo facesse per amore del mezzo, per credo politico, però, quantomeno, si deve offrire a una persona che lavora un mezzo valido con cui si possa esprimere. Ci sono delle apparecchiature tecniche scadenti, guaste e nessuno si preoccupa per la loro riparazione. Il microfono frusciante è per molti un fatto secondario, rispetto all'idea politica che viene espressa e invece è un fatto primario.


Di che tipo è il pubblico che ti segue?

Estremamente vario, come quello di tutti, suppongo, lo ritengo che sia non solo un errore ma anche un atteggiamento molto controproducente rivolgersi a un settore di pubblico definito.


Come ritieni sia il livello delle radio private oggi?

lo le ascolto pochissimo, anche se ti può sembrare assurdo per una persona che pratica il mezzo. Per il poco che ho sentito, il livello, a distanza di due anni dall'inizio, è assolutamente inqualificabile. Siamo ancora, secondo me, ben lontani da quella che io considero professionalità: da quello che è un rigore di azione. I miei colleghi, tra virgolette, ancora oggi credono che, siccome parlano con tutti, si possa con la stessa facilità e con la stessa leggerezza parlare di fronte a un microfono, non tenendo presente che invece questa è una situazione estremamente difficile. Si tratta del mestiere più difficile del mondo, perché fare una radio come l'abbiamo fatta noi, partendo da Milano Centrale, è come volare in mezzo alle nubi: un volo cieco. Anche facendo delle congetture con tutta la professionalità possibile, inevitabilmente si sbaglia sempre, perché ci sarà sempre qualcuno al quale non andrà bene quello che stai facendo. È un mestiere per il quale bisogna tutto dare e poco si riceve. Come diceva Marcello Marchesi in una sua frase, l'Italia è un Paese in cui va incoraggiato lo scoraggiamento.


Come spieghi la sopravvivenza delle radio di disimpegno?

Chi ti dice che siano ascoltate?


Esistono e trasmettono regolarmente.

Carlo Cego, ottimo pittore e cari amico, ha sempre detto che non è l'India il Paese del mistero, ma l'Italia.


Pensi che ci sarà un'eliminazione naturale di queste emittenti?

Senza dubbio. Stiamo rovinando e condizionando in maniera negativa quelle che potrebbero essere le scelte del pubblico attuale. Ci sarà un'autoeliminazione e mi auguro, per quanto non ci creda, che avvenga quanto prima questa regolamentazione della quale da molto tempo si sta parlando. Il fenomeno « radio libere » è stato inteso dagli italiani come soltanto loro potevano intenderlo, vale a dire con un senso della libertà che non è tale, bensì licenza.


La regolamentazione dovrebbe quindi essere basata anche sul livello qualitativo dei programmi trasmessi, però questo è impossibile stabilirlo.

È possibile stabilirlo, invece. Charlie Chaplin, che ha fatto cinema per tutta la sua vita, ha detto « io non so cosa il pubblico voglia esattamente. Il fatto di essere seguiti da una fetta di pubblico non significa assolutamente che sia quella la cosa giusta che devi dire alla gente ».
 
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view post Posted on 3/10/2013, 14:50
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CORREVA L'ANNO 1985:
RADIO VOGHERA


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MINI FESTIVAL PER I BIMBI SU RADIO VOGHERA

Sono cominciate questo mese su Radio Voghera le selezioni in diretta del Festival canoro per bambini: 'Il mulino cantato... in', patrocinato dal comune di Voghera è giunto ormai alla terza edizione. I bambini (massimo dodici anni) che vogliono partecipare dovranno telefonare il sabato (tra le 14 e le 15) durante il programma di Fiorenza Cremaschi e accennare un motivo in diretta. I migliori saranno scelti per partecipare alla manifestazione che avrà la sua serata finale durante il mese di gennaio in un teatro della città.

Il maestro Franco Boffelli, inoltre, sceglierà i quattordici motivi inediti che potranno essere inviati all'indirizzo dell'emittente. La serata del festival sarà trasmessa in diretta da radio Voghera (FM 95,3-95,7-96,2) che può fornire a qualsiasi radio lo richieda la registrazione dell'intera serata conclusiva. Per informazioni rivolgersi a Radio Voghera piazzale Marconi 7 - 25058 Voghera (Pavia) - Tel. 0383/35125.
 
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view post Posted on 4/10/2013, 12:04
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CORREVA L'ANNO 1985:
RADIO PANDA MILANO


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"RADIO PANDA MILANO E IL SUBITO-DOPO DEL MILAN" - Proseguono anche per quest'anno le trasmissioni sportive su Radio Panda Milano (FM 102,700 - 107,250) che prevedono come d'abitudine il collegamento in diretta domenicale con la partita giocata dal Milan. Per questo campionato lo staff di Radio Panda sta preparando una sorpresa (ancora in fase di studio): la diretta dagli spogliatoi dello stadio 'Meazza' per il 'subito-dopo-partita'. Le radiocronache verranno effettuate, come in passato, da Leonardo Boriani, responsabile dei servizi sportivi dell'emittente, e da Carlo Pellegatti ormai voce conosciutissima dai tifosi rossoneri.
 
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view post Posted on 3/11/2013, 10:07
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CORREVA L'ANNO 1983:
RADIO ERBA CITTA'


Radio Erba Città: ai limiti del possibile

Ad Erba (Como) sono stati inaugurati i nuovi studi di produzione audio di Radio Erba Città. Durante i discorsi di apertura è emerso il ruolo che deve essere assunto dall'emittenza privata nel settore giornalistico. L'emittente erbese ha ultimato l'allestimento di un notiziario locale quotidiano e ha già pronto un piano « d'emergenza » per inserirsi nel programma di protezione civile dell'alta Brianza. Radio Erba Città, infatti, è in grado di funzionare anche in condizioni proibitive diventando un punto di riferimento in caso di gravi calamità naturali.
 
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sceltatv
view post Posted on 26/11/2013, 14:23




giw9

1980: foto degli studi di messa in onda di Teleradio Super Lecco.
 
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sceltatv
view post Posted on 27/11/2013, 08:09




fvt1

1980: sala regia audio di Teleradio Super Lecco.
 
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view post Posted on 29/1/2016, 16:55
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[1978] Radio Punto Nord Sri.
Brescia - Via Volta 12u. Telefono 030-343808. FM 102.
Fatturato pubblicitario annuo: 170 milioni.

Risponde il direttore generale, Dott. Giuliano Valimi.

« La nostra radio noleggia programmi radiofonici registrati perché sono molto utili e convenienti. Personalmente prevedo nel futuro un grande incremento di questo mercato, soprattutto nel settore sportivo e per ciò che concerne i programmi notturni. Quando infatti questi ragazzini entusiasti che stanno alzati sino alle quattro del mattino per trasmettere gratis, cominceranno a chiederci 20 mila lire (ed è giusto!) prendere dei programmi pronti sarà quasi obbligatorio. Comunque durante la giornata penso che una radio non debba superare le due ore di programmi radio registrati ».
 
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view post Posted on 15/7/2016, 15:36
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[1975] RADIO MILANO INTERNATIONAL, LA RADIO CHE VOLEVA TRASMETTERE DAL MARE.

Locali spaziosi in un grattacielo di Piazza Repubblica, caos controllato, una eleganza volutamente trascurata.

Francesca Cozzi Barra, una delle responsabili, precisa che: « Radio Milano International è sorta più che altro per divertimento. Abbiamo incominciato a trasmettere l'11 marzo scorso (1975). All'inizio volevamo sistemare la nostra radio su una nave, per trasmettere dal mare, ma le difficoltà erano troppe. Abbiamo attraccato la nave, siamo scesi a terra e sacrificato un pezzo di casa nostra. Eccoci qui, con una emittente terrestre assolutamente apolitica. Ci teniamo a non avere etichette di alcun genere. La nostra prima finalità è quella di insegnare a conoscere la musica. Tutta la musica, di qualsiasi genere. Ospitiamo esponenti di teatro, della musica, dello sport. E' stato qui Carmelo Bene, un uomo difficile che. potendo parlare a ruota libera, si è divertito moltissimo. Poi le interviste ad Enzo Ferrari, Lauda, Regazzoni, Reutemann, Pace, De Adamich, Lella Lombardi, per l'automobilismo.
...
Come viviamo? Per ora abbiamo speso una barca di soldi, una trentina di milioni. Non abbiamo scopi di lucro. Quello che incassiamo ci viene dalla pubblicità. Per mantenere la baracca ci vorrebbero 8-10 milioni al mese, ma siamo ben lontani da questa cifra.
...
Siamo in 22, giornalisti, disc-jockey e studenti che riempiono le ore libere con questo giocattolo. Quanti ascoltatori abbiamo? Almeno quattrocentomila al giorno, senz'altro ».
 
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view post Posted on 17/7/2016, 11:56
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[1975] RADIO MONTESTELLA MILANO

Un appartamento decoroso dalle parti di Porta Genova. Jimmi Sabatini è l'ideatore e responsabile di Radio Montestella; Umberto Bortolini il direttore artistico. « Ho sempre considerato l'elettronica al servizio della musica - dice Sabatini - cosi ho pensato di dar vita a una emittente. Col tempo, 'Montestella' è uscita dall'incubatrice e oggi vive per creare un colloquio cultural-musicale senza intromissioni politiche. Noi diamo ampio spazio alla musica di colore, al folk, al jazz con dischi di alternativa che la stessa RAI non puo' diffondere, per la semplice ragione che le novità, in RAI, devono subire controlli particolari come fossero interviste a uomini politici. Prendiamo il caso della musica sud-americana e brasiliana; noi abbiamo tutta o quasi la produzione più recente. Come ?

E' un nostro piccolo segreto: c'e' un ex disc-jockey di Radio Montecarlo che ci fornisce quello che la RAI non ha. Le nostre musiche vengono commentate e recensite,non vengono sbattute nell'orecchio del pubblico, tipo filodiffusione.

... «omiss»...

Siamo una trentina. Barerei se parlassi di proventi pubblicitari. Ne abbiamo pochissimi. Non abbiamo nessun aiuto da persone o da forze politiche. Dobbiamo rientrare di circa 10 milioni, spesi per gli impianti. Una volta recuperati questi soldi, penseremo a migliorare la nostra emittente. I nostri ascoltatori? Forse centomila ».
 
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view post Posted on 18/7/2016, 18:00
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[1976] RADIO MILANO INTERNATIONAL

La prima, e più famosa, delle radio libere milanesi è Radio Milano International. Nata come hobby costoso dei fratelli Morra, figli di un diplomatico, ha la sua sede in un grattacielo nei pressi di piazza della Repubblica. Protagonista incondizionata dei programmi di RMI (MH 101, 24 ore al giorno) è la musica. « Non stop music » è lo slogan delle trasmissioni che non sono altro che una sequenza di rubriche musicali dai titoli anglofilizzanti. La sola rubrica di notizie (sportive) si chiama Rush e non brilla mai per particolare interesse. Molti prevedono che lo slogan di RMI, di questo passo, diventi « non stop publicity » perché gli annunci pubblicitari trasmessi da questa emittente si moltiplicano continuamente. Segno che le radio libere hanno successo, certamente, ma così si corre il rischio di assomigliare sempre di più alla radio ufficiale e alle sue tremende sigle dei « comunicati commerciali » che vengono mandate in onda con un volume più alto del resto delle trasmissioni. Ma allora, a questo punto, è inevitabile chiedersi: a che servono queste radio libere? La risposta rischia di essere una sola: a chi le ha create, perché intasca i quattrini della pubblicità.

Il maggiore difetto di Radio Milano International è proprio questa tendenza a sembrare una radio importante. Gli annunciatori hanno atteggiamenti professionali, alla fine del loro programma sono perfino capaci di dire: « Il tempo a nostra disposizione sta per terminare », di fronte agli inconvenienti tecnici assumono un rigido contegno distaccato e non vogliono prendersi la responsabilità dell’errore. Sembra sempre che il loro sogno sia farsi assumere alla RAI, cosa difficilissima, di questi tempi. A loro confronto Arbore e Boncompagni fanno la figura di profeti rivoluzionari del microfono. Radio Milano International, prima radio libera d’Italia (o quasi), sarà quindi anche la prima a diventare una brutta copia di via del Babuino o di via Asiago.

Fino a oggi (si calcola che in Italia le radio libere siano almeno un centinaio) nessuna emittente è riuscita a sfruttare fino in fondo le risorse di un mezzo di comunicazione così potente e così male sfruttato dal monopolio radiotelevisivo nazionale. Una radio libera dovrebbe essere in grado di far riscoprire al pubblico « la radio », di effettuare collegamenti in diretta, di registrare documenti dal vivo, di entrare in concorrenza con la seriosità macchinosa della radio ufficiale. Immaginate cosa accadrebbe se Tutto il calcio minuto per minuto iniziasse con il primo tempo delle partite (e non soltanto con il secondo) magari limitatamente allo stadio cittadino. L’ascoltatore dovrebbe avere più netta la sensazione di essersi sintonizzato su « un’altra » radio, non su quella solita. Certo, per entrare in concorrenza con la RAI ci vogliono mezzi. Impossibile sarebbe per una radio libera competere con i costi RAI, impossibile competere con la sua elefantiasi, ma non impossibile andare in giro con un microfono e registrare quello che accade per le strade e mandarlo in onda mezz’ora dopo. Questo, le radio libere, ancora non lo fanno. Eppure è proprio in questo campo (quello della cronaca locale) che le radio libere potrebbero lavorare proficuamente.

L’unico mezzo tecnico sfruttato largamente per avere contatti con il pubblico è il telefono. « Telefonateci e metteremo in onda il vostro disco preferito, telefonateci e dedicheremo un disco ai vostri amici e alle vostre fidanzate, telefonateci e vi manderemo una maglietta ». Sono i consigli che arrivano dai microfoni di RMI. Quella del telefono, oltretutto, è una invenzione, se possiamo chiamarla così, che ricorda i tragici nomi di Moccagatta, Cavallina c Liguori e dello sconvolgente e assolutamente inaccettabile Giocone di Maurizio Costanzo.

L’importante, però, è che il tabù giuridico-legale sia crollato. Prima o poi qualcuno farà una radio come si deve, come tutti la aspettiamo, senza fare l’imitazione, più o meno involontaria, dei burocrati di viale Mazzini.
 
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view post Posted on 18/7/2016, 18:43
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[1976] RADIO MILANO CENTRALE

Radio Milano Centrale trasmette da una mansarda in zona Vittoria, ci lavorano quindici giovani diretti da Grazia Coccia. « Siamo nati », dice, « per creare uno strumento utile e libero, siamo tutti o quasi ex-dipendenti della RAI, figli delle purghe targate DC o di certi socialisti. Copriamo un raggio politico che va dal PSI al PCI al PdUP. Mandiamo in onda molta musica, è vero, ma non è che un complemento che adoperiamo per alleggerire i programmi fatti di inchieste di carattere sociale e di servizi giornalistici ».
 
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view post Posted on 19/7/2016, 11:28
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[1975] RADIO MILANO CENTRALE

Un attico con ampio terrazzo in zona Vittoria, la mansarda che ospita la cabina di trasmissione. I 15 giovani che lavorano a Radio Milano Centrale si alternano al microfono con aria impegnata. Grazia Caccia, direttrice dei programmi spiega che questa è una cooperativa di giornalisti collegata con le forze politiche regionali.

« Noi siamo nati - dice - per creare uno strumento utile e libero. Siamo tutti o quasi ex dipendenti della RAI, figli delle epurazioni volute dalla DC o da certe france socialiste. Siamo giornalisti che sanno come si deve fare un notiziario di interesse locale.

«...omiss...»

Ci auguriamo di non fare la fine di Giuseppe Bozzini che tempo fa mise in piedi qualcosa che dava notizie in anteprima: "Buongiorno Milano". Ma ebbe vita breve perchè lo fecero tacere. Viviamo facendo enormi sacrifici. Siamo tutti comproprietari della testata. Non guadagnamo. Gli ascoltatori? 60 mila circa.
 
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