CORREVA L'ANNO 1978:
RADIO LIBERE E CASE DISCOGRAFICHEMariano Ronch, per un noto magazine mensile della casa editrice Rizzoli, propone quest'interessante analisi del mondo radiofonico libero italiano con un'approfondimento su Radio Wonderful Music di Legnano.
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Pace e bene. Sul finire di maggio abbiamo avuto il piacere di essere ospiti, in qualità di osservatori fin troppo discreti, di una « convention » musical-discografica organizzata dalla Cgd-Messaggerie Musicali, con la partecipazione della Cbs italiana. Due giorni di spettacoli, audiovisivi e meetings nella cornice amena e naturalmente incline alla meditazione del Ciocco, a pochi chilometri da Lucca.
No, la nostra non si è tramutata in una rubrica alla Mario Soldati: parleremo anche questo mese, come di consueto, di Radio libere, giacché per la prima volta proprio le nostre protette sono state ufficialmente invitate a questo tipo di riunioni, tradizionalmente riservate agli addetti ai lavori, così che alle mense imbandite, un tempo esclusiva di blasonati (?) critici ufficiali e polverosi inviati Rai, sedevano per nulla intimoriti i rappresentanti, talora giovanissimi, di venticinque emittenti libere (a detta degli organizzatori le più rappresentative e dinamiche).
Le nuove emittenti hanno forse raggiunto la « maggiore età »? O sta diventando più efficace e conveniente promuovere un interprete o un brano attraverso le Radio private? Abbiamo posto queste e altre domande a Johnny Porta, promotion manager della Cgd, e a Diego Peano, area manager per la Cbs.
« Negare l'importanza delle Radio libere ormai vorrebbe dire compiere un grave errore di valutazione », afferma Johnny Porta. « Lo dimostrano i numerosi brani portati al successo lo scorso anno indiscutibilmente da questo nuovo mezzo, soprattutto per quanto riguarda le composizioni ballabili, giovani, insomma più facilmente proponibili. Questo non vuol dire che la Rai debba essere completamente trascurata: certo va integrata con chi sa dare prova di serietà e professionalità. E devo ammettere ohe un numero considerevole di emittenti ha già dato prova di possedere queste due qualità indispensabili per condurre e mantenere nel tempo un rapporto di collaborazione stretta; collaborazione che sarà riservata per il futuro a un numero necessariamente esiguo e selezionato di Radio libere: all'inizio seguivamo e rispondevamo a tutti quelli che ci chiedevano l'invio di materiale, poi abbiamo ridotto le spedizioni da duemila a circa trecento e prevediamo di ridurle ulteriormente a una sessantina circa di emittenti private su tutto il territorio nazionale ».
« La professionalità: ecco il dato, l'unico che realmente ci interessa », prosegue Diego Peano, « purtroppo, forse per la scarsa esperienza, si verificano ancora malintesi e imperfezioni che devono essere eliminati assolutamente. Talvolta i rimedi sono perfino banali: ad esempio per contenere il fenomeno della registrazione pirata dei brani basterebbe interromperli o non trasmetterli per intero; inoltre sarebbe auspicabile che i responsabili della programmazione delle varie emittenti lavorassero a più stretto contatto con i nostri uffici stampa, così da promuovere i brani che realmente ci interessano e non solo quelli che piacciono ai vari disc-jockey: per avere è chiaro che bisogna anche dare. Resta comunque vero che i prò sono di gran lunga superiori ai contro e che il tanto temuto calo di vendita dei dischi a causa del proliferare delle Radio libere non si è verificato ».
E per concludere, la sera prima di partire, abbiamo parlato con uno di questi «nuovi mostri» dell'etere: Valerio Fedeli, D.J. di Wonderful Music. « È stata un'esperienza davvero interessante, un contatto utile per migliorare in un modo nuovo, più diretto, i rapporti con queste case discografiche; rapporti che devono essere necessariamente ispirati alla più seria professionalità, ma che non per questo devono essere aridi. E l'amicizia, come sai, si fa anche a tavola ».