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DOVE STA ZAZA

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icon2  view post Posted on 19/5/2013, 18:10
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CORREVA L'ANNO 1973:
IL CABARET APPRODA IN TV: DOVE STA ZAZA


Incontro con Antonello Falqui, regista di "Dove sta Zazà".

Uno spettacolo che illustra, in quattro puntate, cinquantanni di canzoni italiane — Un occhio satirico al posto dei consueti balli e barzellette dell'evasivo sabato sera — Il tentativo di portare il cabaret all'incontro col grosso pubblico.

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1973: Gabriella Ferri in un'immagine del varietà televisivo "Dove sta Zazà.

Dove sta Zazà è il nuovo show televisivo del sabato sera." In quattro puntate cinquantanni di canzoni italiane, dalla prima guerra mondiale ai giorni nostri, in una sorta di spettacolo-cabaret con Gabriella Ferri, Pippo Franco, pino Caruso ed Enrico Montesano. Ad Antonello Falqui regista ed uomo di punta del varietà televisivo italiano abbiamo chiesto:

Quando andò in onda l' "Appuntamento" l'altro suo spettacolo di varietà con Ornella Vanoni e Walter Chiari si parlò di «nuova formula» di cabaret. Oggi ritroviamo la stessa definizione per questo spettacolo, Qual è la sua opinione?

«"L'Appuntamento" è stato uno spettacolo abbastanza particolare rispetto al normale show televisivo, non aveva gli ospiti cosiddetti d'onore e neppure quelli non d'onore. A parte la partecipazione di Campanini nello sketch del " Sarchiapone " era uno spettacolo quasi interamente fatto da Ornella Vanoni e Walter Chiari più i tre minuti del balletto di Don Lurìo. Una specie di teatrino di rivista "da camera" anche per le dimensioni e l'ambiente generale in cui si svolgevano i monologhi di Walter, non estesi e sfolgoranti come "Studio Uno", e 'Teatro dieci" e tutti quegli spettacoli li.

«Credo che bisogna sforzarsi di trovare una nuova strada perchè lo show tradizionale, il quale si basa su di un'ampiezza di mezzi e sugli apporti degli ospiti è in decadenza, sia perchè quei mezzi non ci sono più e si va logorando anche il personaggio umano dello show-man di varietà. Infine, bisogna vedere se tutto questo piace ancora a questo pubblico che, a parere di molti, segue certi canoni per sempre. Secondo me non è vero. Per esempio ha dimostrato di gradire anche altre cose, come lo spettacolo della Fracci che ha avuto 74 di gradimento, pari a Canzonissima ».

« Se l' "Appuntamento" era uno spettacolo particolare rispetto al normale show televisivo, "Dove sta Zazà" è totalmente differente. Mi fa un certo effetto pensare che andrà in onda dopo Bramieri, cioè dopo quello spettacolo tradizionale costruito con un comico, la cantante, la vedette, la ballerina. Questo ha un'altra dimensione di spettacolo, è un altro spettacolo ».

E' la storia del cabaret?

«E' la storia della canzone italiana, di certi periodi della storia italiana, visti attraverso l'occhio del cabaret, un occhio abbastanza pungente, strafottente e satirico, per quanto si può e dove si può ».

Come si articola lo spettacolo?

« Inizia con la prima guerra mondiale, l'epoca liberty, il tabarin, Petrolini ed il primo amante latino, continua con l'Italia campagnola, villereccia e falsamente lieta del periodo fascista fino al secondo dopoguerra, gli americani, le am-lire, il pacco UNRRA, per finire ai giorni nostri con uno spettacolo che assomma tutti i problemi e le nevrosi del mondo moderno ».

Considera il cabaret la nuova formula per lo spettacolo di rivista televisiva?

«Ho sempre avuto molti dubbi sul cabaret finché lo vedevo vivere nelle cantine, in forme intellettualistiche, spesso enigmatiche, quasi sempre falsamente rigorose. Non è mai stato un fenomeno popolare. Qui credo possa diventarlo, con l'aiuto di Gabriella Ferri, la quale con un'enorme carica comunicativa può essere un tramite immediato tra «il cabaret ed il pubblico televisivo. Gabriella Ferri è una cantante particolare, un personaggio con grinta ed una mobilità continua nel viso. Non è certo la consueta cantante "alla Sanremo". E' una creatura speciale, una figura che in televisione non si era mai vista. Canta, ma non è la nota che prevale, ecco ».

Come formula «nuova» non è un po' vecchio il cabaret?

«E' vero, il cabaret è nato in Germania nei primi anni del novecento, ma in Italia, grazie al fascismo che lo proibì, giunse soltanto negli anni sessanta, rimanendo comunque un fenomeno circoscritto a pochi "amatori". Io ho cercato di tradurlo, non solo in spettacolo popolare ma anche moderno, attraverso quei mezzi tecnici che permettono certe spaziature visive alle quali sia il cinema che la televisione ci hanno ormai abituato».

Una formula antica rivalutata dalla tecnica e che ha aiutato la tecnica a trovare una formula valida. Non c'è dubbio che lo spettacolo televisivo ne ha "profittato". Non ci si siede più su niente, è sparito "l'ospite" che portava via perlomeno dieci minuti. Qui i dieci minuti di dialogo sono fatti da quattro numeri ed in ognuno di essi c'è un'idea. Uno sforzo realizzativo piuttosto forte che ha richiesto mesi di preparazione».

«Gli autori, Castellacci e Pungitore, sono due mesi che ci stanno lavorando ininterrottamente. In fondo sono tanti cabaret messi insieme, per fornire questa unità di argomento. Un lavoro reso possibile da un materiale preesistente. Impossibile improvvisare o preparare uno spettacolo del genere settimanalmente. Quattro puntate molto dense dunque e speriamo anche intense. Solo quattro, anche perchè Gabriella Ferri è un personaggio nuovo, "riuscito" in maniera eccezionale, ma di cui non si sapeva nulla (è la prima volta che appare in TV). L'esperimento richiedeva una verifica, una cautela... i risultati del gradimento del pubblico ci diranno se avrà un seguito o no ». articolo a firma di Marlisa Trombetta, apparso quell'anno sul quotidiano l'Unità.
 
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