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SCOMMETTIAMO

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view post Posted on 24/7/2016, 10:31
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[1977][REPORTAGE] Per la televisione pubblica italiana "RAI":

SCOMMETTIAMO

Siamo al « fieradue », uno degli studi TV sorti nell’arca della Fiera di Milano. Il « fieradue » è il tempio di Scommettiamo? , come lo fu del Rischiatutto.
«Logorio?», dice Mike Bongiorno, 53 anni a maggio, « il quiz non si logorerà mai perché è il pubblico che si rinnova. Da una parte ci sono i giovani che ogni cinque, dieci anni entrano nel giro, diciamo cosi, dei maggiorenni e hanno voglia di cimentarsi; dall’altra ci sono quegli spettatori che col passare degli anni restano legati ai gusti del loro passato e hanno piacere di rivedere un quiz, appunto, perché ne godevano ieri ».
Non bastasse questa ragione, Mike ne ha teorizzate altre due almeno.
« L’attrazione irresistibile del gioco. Chiunque, intelligente o cretino, colto o somaro, che stia giocando a biliardo o stia seduto in poltrona, anche se segue distrattamente la trasmissione, quando parte la domanda, nel suo io è portato istintivamente a rispondere. E sempre prima che suoni la campana del tempo scaduto. Poi c’è la inattaccabile priorità del quiz. Il quiz, se non il primo assoluto, è uno dei primissimi tipi di spettacolo nati per la TV, è anzi uno spettacolo eminentemente televisivo. Dunque, come può morire? ».

Certo, per carità, riconosce che non è un fatto culturale: « So benissimo che il quiz è accusato di nozionismo; verissimo, ma io sono convinto che esso è uno strumento di stimolo culturale ».

Ma se il quiz, pur nella varietà delle formule o nella bontà delle nuove trovate, sostanzialmente non è cambiato, forse è cambiato lui, che molti invece giudicano immutabile.

« Non “ forse ", sicuramente sono cambiato io. Oggi ho acquistato più sicurezza. All'inizio della mia carriera ero timido, mi sentivo perso, anche perché il genere di spettacolo che proponevo non è che fosse ben visto, direi anzi che nei confronti del quiz l'ostilità era piuttosto diffusa. Ogni parola che dicevo era pesata, criticata, perché hai detto questo, perché hai detto quest'altro... Non parliamo poi delle gaffes... ero un candido, venivo da un Paese diverso... ».
« Scusi, Bongiorno, ma Mike presenta li cavallino della sigla di « Scommettiamo? »: gli somiglia parecchio, non a caso si chiama Michele. Con il nuovo quiz Bongiorno ha voluto portare sul teleschermi una sua vecchia passione, quella per l’ippica
se c’è una cosa che anche i denigratori le riconoscono è proprio questa sua capacità di saper trarre vantaggio anche dalle gaffes, nel senso che il clamore che provocano in fondo si risolve in pubblicità per il programma di cui lei è protagonista... ».

Si toglie gli occhiali affumicati e scoppia a ridere.

« Lo so, lo hanno scritto spesso: Mike fa apposta le gaffes per fare spettacolo. No. non ho mai organizzato una gaffe prima, mai. Le ho sfruttate quando sono capitate, questo sì, e oggi so sfruttarle meglio. Vede, in America, dove un presentatore non si improvvisa, dove chi conduce un quiz deve aver imparato in precedenza tutto quello che attiene a una trasmissione televisiva, dallo scrivere i cartelli al montaggio, mi hanno insegnato che quando si commette un errore non bisogna mai balbettarci sopra, perché due sono i casi. 0 la gaffe è buffa e allora fa ridere, tu presentatore fai il finto tonto, ci giochi; oppure la gaffe è clamorosa e allora il clamore serve al telequiz. Ma c’è un’altra cosa che rientra in qualche modo in questo discorso: l’orgoglio del difetto. Ai tempi di Lascia o raddoppia?, proprio all’esordio, io non portavo gli occhiali perché i tecnici di allora dicevano che gli occhiali in televisione “ sparano Io, naturalmente, senza occhiali, non ci vedevo bene. Mi scrivevo le domande a caratteri grossi così su dei cartelli che mi mostravano da dietro le quinte. Una volta un fotografo si accorse del trucchetto e il giorno dopo il “ retroscena ” fece scalpore. Allora io la settimana dopo andai in trasmissione con gli occhiali, un paio di occhiali enormi, a marcare volutamente il mio difetto di vista. Insomma, ingigantii la mia menomazione. E secondo me l’orgoglio del difetto ti aiuta a vincere i complessi che ne derivano ».

Un Mike Bongiorno che sa ironizzare su se stesso non me lo sarei aspettato. « Sì, so anche questo, vengo accusato di essere un robot, di non avere senso dell'umori-smo. Sarà che a volte, travolto dall’importanza della cosa che sto facendo, non ho il tempo di ridere su una frecciata ironica, su una battuta che mi tocca. Forse non sono dotato della necessaria prontezza, forse sono abituato ad un umorismo più americano, mentre qui va di più la punzecchiatura talvolta cattiva, non lo so, ma non è vero che io sia privo del tutto di senso dell’umorismo, me lo lasci dire ».

E se fosse rimasto sostanzialmente un timido?

« Me lo chiedo anch’io. Però oggi mi difendo meglio, più facilmente di vent'anni fa. Allora avevo il coraggio dei timidi, oggi ho l'esperienza, perciò dico che so sfruttare meglio anche le gaffes. Io sono un preparato impreparato... »

Nel senso?

« Nel senso che so dove voglio arrivare ma non so mai come ci arriverò. Se lo sapessi diventerei falso e il pubblico se ne accorgerebbe. Io credo nel mio lavoro, ci credo davvero e di una trasmissione curo tutti i dettagli. Forse questa è la ragione... ».
Del mio successo, vorrebbe dire. Ma non lo dice. « E se avessi superato la timidezza totalmente forse non farei più questo mestiere. Mi sentirei troppo spavaldo e la spavalderia non paga. Perché la gente si accorge se il discorso che fai con gli occhi non corrisponde alle parole che dici ».
 
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view post Posted on 1/12/2016, 12:24
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[1977] Per la televisione pubblica italiana "RAI":

SCOMMETTIAMO ?

Dopo alcune settimane, necessariamente di assestamento, il gioco a quiz di Mike Bongiorno incomincia ad assumere contorni più precisi e a suscitare reazioni più motivate. Vengono, inoltre, alla ribalta i primi personaggi, i primi piccoli drammi (ad esempio la campionessa che perde in un sol colpo oltre due milioni e mezzo), le prime contestazioni (domande su Dante Alighieri e il cinema neorealista) e i primi colpi di scena (come nella puntata in cui tutti i concorrenti sono finiti sotto zero).

Ma quali sono i commenti della critica, cioè di quei giornalisti ai quali più volte Mike si rivolge durante le sue trasmissioni e che magari lo fanno « dannare » perché cercano di suggerire la risposta alla graziosa concorrente smarrita?

Bisogna innanzitutto dire che la stampa ha tenuto, in generale, due atteggiamenti diversi: all'inizio si è mostrata diffidente verso un gioco troppo complicato (o che pareva tale) per essere stato ideato da quel cultore del « quiz puro » (e semplice) qual è Bongiorno. Via via però che le settimane sono trascorse, tolta qualche eccezione, i commenti hanno assunto toni tutto sommato benevoli.

D’altra parte lo aveva detto anche Mike: « Prego gli amici giornalisti presenti alla prima registrazione di Scommettiamo? di tirare le somme di questa prima trasmissione-quiz dopo tre o quattro puntate. Per ora è un'incognita anche per me ».

« Bene, da buoni avversari stiamo ai patti: rimandiamo le somme », gli risponde il quotidiano Il giorno dopo la puntata d'inizio ufficiale, anche se formula già qualche rilievo negativo (« la mancanza di evasione sonora » e « l’eccessiva lunghezza del gioco del tabellone») e positivo (« la trovata dell’handicap »).

Anche per La notte « la parte più interessante dell'appuntamento è negli handicap previsti nel corso della trasmissione. Questi momenti », afferma ancora il quotidiano milanese, « sono abbastanza elettrizzanti, fanno clima da film giallo ». Il rilievo che rivolge al gioco è la mancanza di un jolly col quale raddoppiare le vincite dei concorrenti, però il raddoppio non dovrebbe andare a loro, « ma — secondo le preferenze e le indicazioni di ciascuno — dovrebbe essere assegnato in beneficenza ».

Secondo il Corriere della Sera il successo o meno della trasmissione è tutta una questione di milioni perché: « un quiz
come Scommettiamo? ha un indice di interesse e gradimento strettamente collegato ai milioni " giocati " (e si badi bene " giocati ” non vuol dire necessariamente vinti) ».

Più critico il commento dell'Unità: " Gli ingredienti sono sempre gli stessi, da più di vent'anni; sebbene con una " novità al passo coi tempi l'ingresso di congegni elettronici in televisione per giocare al quiz con le regole dei book-makers • L'introduzione dell'elettronica è sottolineata anche dal Messaggero (« molto si è concesso alla tecnica di avanguardia »).

Ma la puntata che ha « sgelato » quasi tutta la critica è stata la terza con scommesse elevatissime, vincite notevoli, colpi di scena a non finire »

(Corriere della Sera); « emozionante, veloce, appassionante », come scrive II Giornale nuovo, « un'ora di autentico divertimento ». Sempre secondo il quotidiano diretto da Montanelli Scommettiamo? « ha rivelato le molte possibilità di spettacolo racchiuse in questa formula di quiz ». Identico il giudizio del Messaggero.

« Aveva ragione Mike », afferma a sua volta II giorno, in quanto alla terza puntata il gioco «è effettivamente esploso». Il giornale definisce Mike « un gatto che resuscita ogni volta che la televisione inventa, o rielabora, un suo quiz ».

Costantemente critico il giudizio della Stampa di Torino. Secondo il quotidiano « davanti alle domande, alle cuffie, ai pulsanti, al Mike che si rivolge alla platea col piglio del buon maestro che parla con gli scolaretti si ha la sensazione di tornare alla fine degli Anni Cinquanta, quando il quiz di Bongiorno rappresentava non solo per la RAI ma per l'Italia intera un qualcosa di enormemente importante ». ma. ammette La Stampa, « anche se la platea è meno disposta ad appassionarsi e ad eleggere eroi, rimane evidentemente il compiacimento per una vecchia abitudine ».

Il Messaggero, invece, sostiene che la trasmissione « potrebbe avere successo, proprio perché antepone il quiz a ogni forma di spettacolo»; e poi c’è sempre Bongiorno: « una garanzia. Attira il pubblico come il miele le api ».

Il primo personaggio salito alla ribalta (Fiorella Brocchetta) è stato quindi sufficiente ad assicurare « fiato a pezzettini e interesse a non finire » (così ha scritto II giorno) agli spettatori del quiz, il quale, come sempre, ha assolutamente bisogno di « tipi » originali. E questi non mancheranno certo, perché Mike è un abile « cacciatore di personaggi » sempre alla ricerca della sua preda.
 
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